Da vedere tra Desenzano e la Pieve di Cavriana
Approfondimento:
DESENZANO DEL GARDA
Il paese si raccoglie nei pressi dell’incantevole Porto Vecchio, circondato da eleganti dimore signorili e dominato dal Palazzo Comunale, edificato a fine ‘500 su progetto dell’architetto bresciano Giulio Todeschini. Dal porto si scorge in lontananza il Castello, al quale si sale da una pittoresca gradinata stretta fra abitazioni private. Nato nel X secolo, come castello-ricetto per le popolazioni locali, il maniero fu ampliato dalla Repubblica Veneta nel XV secolo e infine utilizzato dall’esercito italiano fino alla seconda guerra mondiale. Alle spalle del Municipio si trova invece piazza Malvezzi, sulla quale insistono gli eleganti portici in pietra bianca, lo splendido ed incompiuto Palazzo del Provveditore veneto e il Duomo di Santa Maria Maddalena: edifici entrambi progettati dal Todeschini. Eretto nel 1585 sui resti di un’antica pieve e caratterizzato da eleganti linee tardo rinascimentali, il Duomo conserva al suo interno numerosi capolavori di arte veneta fra cui “L’Ultima Cena” di Giambattista Tiepolo (1743), i 22 teleri di Andrea Celesti con le storie di Maria Maddalena, importanti dipinti di Zenon Veronese e di Giambettino Cignaroli; notevoli anche l’altare maggiore, i tabernacoli intarsiati in marmi policromi – splendida realizzazione dei tagliapietre rezzatesi – e le statue di Sante Calegari. Nelle vicinanze del Duomo, infine, si trova uno dei più importanti siti archeologici dell’Italia settentrionale: la Villa romana di Desenzano. La grande villa tardo antica, risalente al IV secolo d. C., è costituita da varie strutture di servizio, fra cui sistemi di riscaldamento a suspensurae e impianti di scolo delle acque; vi si possono inoltre ammirare eccezionali documenti dell’arte romana tardo antica: resti di pareti affrescate, numerose statue, attualmente esposte nell’Antiquarium, e ben duecento mq di mosaici policromi originali ancora in situ.
SOLFERINO
Il nome di Solferino rievoca immediatamente la terribile battaglia del 24 giugno 1859, scontro decisivo per l’esito della seconda guerra d’Indipendenza italiana, nella quale si affrontarono gli eserciti piemontese, francese e austriaco. A ricordo del tremendo combattimento, al termine del quale restarono sul campo di battaglia 40.000 uomini, fra morti e feriti, a Solferino sorse il Museo Storico Risorgimentale, nel quale sono esposti numerosi cimeli, armi, uniformi e oggetti personali dei soldati. A pochi passi dal museo, nella chiesa di San Pietro in Vincoli, è stato ricavato l’Ossario, che accoglie le spoglie dei caduti dei tre eserciti. Dal museo, salendo verso il colle si incontra, piazza Castello, così denominata poiché realizzata sul luogo del castello medievale, fondato nell’XI secolo come rifugio per le popolazioni locali e trasformato dai Gonzaga in dimora signorile alla metà del ‘500; della residenza gonzaghesca restano oggi le mura perimetrali, la torre di guardia, sormontata da cupola, e i due ingressi. Sulla piazza si affaccia anche la Parrocchiale di San Nicola, dalla quale fra l’altro si gode di una spettacolare veduta delle colline moreniche. Giunti in cima alla collina troviamo infine la Rocca di Solferino, possente torre del 1022 restaurata nel 1611 e nota anche come “Spia d’Italia” per la sua peculiare e strategica esposizione sul confine col Veneto austriaco. Accanto alla Rocca (che custodisce cimeli, armi e documenti di età risorgimentale) si trova il Memoriale della Croce Rossa, eretto nel primo centenario della battaglia e dedicato ad Henri Dunant - fondatore della Croce Rossa Internazionale e premio Nobel per la pace.
CAVRIANA
Nella principale piazza del borgo si affaccia l’imponente chiesa parrocchiale, ddificata nel XVIII secolo da Giovanni Maria Borsotto. All’interno del tempio sacro si svolge un fastoso apparato decorativo in stucchi e marmi policromi, sono inoltre presenti un ciclo di tele settecentesche di Giuseppe Bazzani, pittore mantovano, ed un trittico attribuito a Zenon Veronese.
Il Castello di CAVRIANA
Fondato nel 1045, all’epoca della dominazione canossiana, il castello ricetto di Cavriana assunse una rilevante funzione difensiva a partire dal secolo successivo, nel contesto dei contrasti territoriali fra Mantova e Verona. Inglobato nei possedimenti dei Gonzaga, signori di Mantova dal 1328, il castello nel corso del ‘500 divenne punto focale per la difesa dello stato mantovano e fu più volte raggiunto da Isabella d’Este, moglie del condottiero Francesco Gonzaga. Abbattuto nel 1771 il fortilizio è stato parzialmente incorporato nella struttura di Villa Mirra Siliprandi; ne rimane una torre angolare trasformata in campanile.
Villa Mirra Siliprandi a CAVRIANA
In posizione mediana fra l’area del vecchio castello e il centro cittadino campeggia Villa Mirra Siliprandi, costituita da un nucleo medievale e da uno cinquecentesco, completamente rinnovati fra Sette e Ottocento. L’attuale prospetto esibisce al pian terreno un arioso porticato, con sette archi a tutto sesto sorretti da snelle marmoree, sormontate al piano nobile dalle alte finestre timpanate che illuminano il salone di rappresentanza, ricco di decorazioni settecentesche. L’intera struttura è compresa in un parco dalla folta vegetazione di piante secolari, querce, ontani e cipressi ma anche da cedri del libano, palme e piante orientali. Volgendoci al racconto storico, si deve almeno menzionare che questa bella residenza fu coinvolta a tutti gli effetti nelle vicende legate alla famosa battaglia risorgimentale di Solferino e San Martino, combattuta il 24 giugno 1859. Le sale della villa furono infatti adibite a sede del quartier generale di Francesco Giuseppe, Imperatore d’Austria, mentre in seguito alla vittoria riportata sugli austriaci fu la volta di Napoleone III, che insediò qui il suo quartiere di comando. La villa ospita oggi il Museo archeologico dell’Alto Mantovano, che accoglie reperti e testimonianze relativi a un lunghissimo arco temporale: dal Paleolitico all’alto Medioevo.
LE CICLOVIE DELLA LOMBARDIA
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