Da vedere tra Bergamo e Cividino
Approfondimento:
La città di BERGAMO
Interamente delimitata dai bastioni della cinta muraria cinquecentesca, la città alta di Bergamo rappresenta una delle soluzioni urbanistiche più affascinanti del nostro percorso. Abitata sin dall’antichità dalla popolazione degli Orobi, nel VI secolo a. C. l’area fu occupata dai Galli Cenomani, che controllarono il territorio sino alla conquista romana (I secolo a. C.). Importante ducato del regno longobardo, fra XI e XII secolo Bergamo divenne libero comune: a quel momento risale la vera fondazione della città. Il Trecento fu il secolo dei Visconti, che fortificarono la neonata cittadella per farne un nucleo inespugnabile. A partire dal 1428 Bergamo divenne avamposto veneto in terraferma, vedetta ultima del confine nord-occidentale: proprio per insaldare questo ruolo il governo dei dogi decise, nel giro di qualche anno, di rafforzare il sistema difensivo visconteo, realizzando il massiccio giro di mura che ancor oggi tanto ci affascina. Accediamo dunque alla città alta, servendoci della forza traente delle caratteristiche funicolari oppure percorrendo la stretta strada che si imbocca dall’Accademia Carrara e che, dopo aver varcato la storica Porta Sant’Agostino, accompagna in viale delle Mura. Seguendo questo storico percorso si giunge alla bella via Porta Dipinta, che conduce nei pressi della chiesa di San Michele al Pozzo Bianco, famosa soprattutto per il ciclo di Lorenzo Lotto dedicato alla Vita della Vergine (1525). Più avanti si raggiunge la suggestiva piazza del Mercato delle Scarpe, dalla quale, percorrendo via alla Rocca, si conquista la sommità del colle di Sant’Eufemia, ove campeggiano il Convento di San Francesco e l’imponente maniero medievale. Fondata nel 1331 da Giovanni di Boemia, la fortezza fu occupata dai Visconti fino alla conquista veneziana e oggi è sede del Museo storico della città. Tornati in piazza del Mercato delle Scarpe ci portiamo nell’altrettanto vivace piazza del Mercato del Fieno per raggiungere, in pochi passi, l’incantevole piazza Vecchia, sulla quale si affacciano la torre civica detta del Campanone, il Palazzo del Podestà Veneto, del 1340, e il seicentesco Palazzo Nuovo, alla cui progettazione partecipò nel 1611 l’architetto Vincenzo Scamozzi; il palazzo ospita la Biblioteca Civica Angelo Maj, fondata nel 1764 dall’illustre cardinale e teologo italiano.
Attraversando il porticato del massiccio Palazzo della Ragione (XII secolo) entriamo quindi in piazza del Duomo, cuore monumentale della città alta dominato dall’imponente Cattedrale di Sant’Alessandro, edificio a navata unica impostato su croce latina, ultimato solo nel 1886 dopo oltre quattro secoli di lavori. Il solenne tempio annovera straordinari dipinti di artisti bergamaschi – Giovanni Busi detto il Cariani, Andrea Previtali, Giambettino Cignaroli, Giovan Battista Moroni – e importanti opere di scuola veneta, fra cui spicca il “Martirio di San Giovanni vescovo” di Giambattista Tiepolo. Poco discosta è l’antichissima Basilica di Santa Maria Maggiore (1157), stretta fra edifici di età successiva, che si affaccia sulla piazza con l’elaboratissimo protiro magistralmente scolpito da Giovanni da Campione nel 1350. Accanto ad esso riconosciamo la facciata della Cappella Colleoni, sacello funerario del celebre condottiero Bartolomeo realizzato fra 1472 e 1476.
Da vedere poi il Battistero, costruito nel 1340 ancora una volta da Giovanni da Campione e in origine collocato entro la Basilica. Nelle vicinanze della città alta si visitano quindi due interessanti luoghi espositivi: il Museo Archeologico e il Museo di Scienze naturali, entrambi ospitati nel Palazzo Visconteo in piazzetta della Cittadella.
Porta San Giacomo
Il varco solenne di Porta San Giacomo ci scorta ora all’esterno della città storica, introducendo ai monumenti di Bergamo bassa. Percorrendo via Sant’Alessandro troviamo subito il monastero di San Benedetto, propaggine quattrocentesca del più antico monastero di Valmarina (incontrato alle porte della città). Con la ricostruzione del XVI secolo, l’architettura del complesso fu ridefinita dal raffinato lessico rinascimentale dell’architetto Pietro Isabello, come si evince dalla scelta della pianta centrale con tiburio ottagonale e dagli eleganti ornati in cotto e stucco, che ben si accompagnano alle lunette con le storie di San Benedetto, dipinte a fine ‘500 da Cristoforo Baschenis il Vecchio; si notino inoltre i due chiostri rinascimentali, quello d’ingresso e quello maggiore, entrambi qualificati da portico e loggiato. Procedendo oltre ci troveremo nel fulcro del centro moderno, che si dispone fra le piazze Matteotti, Vittorio Veneto e Dante, e deriva dal sapiente intervento di progettazione urbanistica operato nel primo Novecento da Marcello Piacentini. In piazza Matteotti l’edificio più importante è il neoclassico Palazzo Frizzoni, sede municipale progettata da Rodolfo Vantini nel 1840; lo fronteggiano il monumento al Partigiano di Giacomo Manzù (1977) e alcuni altri monumenti celebrativi. Piazza Vittorio Veneto è invece dominata dalla Torre dei Caduti del 1945 e dall’Obelisco eretto nel 1781 ad un podestà veneto ma dedicato nel 1797 a Napoleone; il perimetro della piazza è inoltre scandito dai portici di due eleganti edifici. Passando sotto al porticato del palazzo collocato sul lato est, entriamo in piazza Dante, dove osserviamo la fontana progettata da Giovan Battista Caniana e l’imponente Palazzo di Giustizia, alle spalle del quale si apre piazza della Libertà, dominata invece dall’ex Palazzo Littorio. Seguendo infine l’antico tracciato del Sentierone, utilizzato dai mercanti sin dal 1620 e oggi luogo prediletto del passeggio cittadino, giungeremo nei pressi di Borgo Palazzo, terminando qui la visita alla città orobica.
SERIATE
Bagnata dalle acque del fiume Serio, la cittadina annovera una ricca sequenza di monumenti architettonici, prima tra tutti la Parrocchiale del Santissimo Redentore. Innalzata a partire dalla metà del ‘700 e terminata solo nel 1832 con l’apposizione della facciata neoclassica di Giuseppe Berlendis, la chiesa custodisce notevoli opere pittoriche, delle quali si notino il “Crocifisso e Santi” di Paolo Lavagna e il prezioso altare in marmi policromi, opera di Giacomo Quarenghi. Lo stabile a sinistra della chiesa ospita il Museo “Monsignor Guglielmo Carozzi”, che propone sette interessanti sale dedicate ai personaggi e agli avvenimenti che hanno segnato la storia di Seriate. In viale Italia si trova poi il Santuario della Madonna del Buon Consiglio, ristrutturazione ottocentesca dell’oratorio seicentesco del vecchio cimitero. Lungo la stessa strada segnaliamo anche Villa Guerinoni, sede della Biblioteca civica, che costituisce uno degli esempi delle molte residenze padronali sparse sul territorio. Significative in questo senso Villa Piccinelli, circondata da un bellissimo giardino, e il complesso della Ca’ Alta, formato dalla villa padronale del XVIII secolo, dalla cappella privata e dagli edifici di servizio, alcuni dei quali risalenti al ‘400.
Villa Ambivere
Ricostruito nel XVII secolo su basi quattrocentesche, il solenne edificio è costituito da un corpo disposto a U gravitante su una grande corte centrale e rivolge alla strada una raffinata fronte classicheggiante, racchiusa fra due torrette e sormontata da attico; gli ambienti interni mostrano pitture di Carlo Rancilio e Paolo Vincenzo Bonimini. Tutt’attorno si allarga un vasto parco popolato da fedeli copie dei capolavori scultorei conservati ai Musei vaticani di Roma.
BRUSAPORTO
La Rocca del Colle
Sul colle che domina il borgo sussistono gli ultimi tratti dei muraglioni che cingevano il fortilizio medievale appartenuto alla famiglia guelfa dei Rivola. Devastato quasi completamente alla fine del XIV secolo, nel contesto delle lotte fra guelfi e ghibellini, il maniero era protetto anche da un fossato di difesa, del quale restano tracce sul lato settentrionale del vallo. Per la sua impressionante posizione, esposta a picco su un dirupo, il castello è stato detto Rocca del Colle. Avanzando verso il centro si passa sul retro della chiesetta del Santissimo Crocifisso, oggi sede di un centro culturale. Una breve deviazione conduce alla vicina chiesa romanica di San Martino, decorata da interessanti affreschi quattrocenteschi; alla semplicità della facciata si contrappone la ricercatezza dell’aula interna, divisa in due campate da un arcone a sesto acuto.
Sul colle che domina il borgo sussistono gli ultimi tratti dei muraglioni che cingevano il fortilizio medievale appartenuto alla famiglia guelfa dei Rivola. Devastato quasi completamente alla fine del XIV secolo, nel contesto delle lotte fra guelfi e ghibellini, il maniero era protetto anche da un fossato di difesa, del quale restano tracce sul lato settentrionale del vallo. Per la sua impressionante posizione, esposta a picco su un dirupo, il castello è stato detto Rocca del Colle. Avanzando verso il centro si passa sul retro della chiesetta del Santissimo Crocifisso, oggi sede di un centro culturale. Una breve deviazione conduce alla vicina chiesa romanica di San Martino, decorata da interessanti affreschi quattrocenteschi; alla semplicità della facciata si contrappone la ricercatezza dell’aula interna, divisa in due campate da un arcone a sesto acuto.
BAGNATICA
Giunti in paese andiamo alla ricerca della torre diroccata e di quegli edifici storici, corti chiuse, cascinali e loggiati, concentrati in particolare fra via Gramsci e via Marconi, che testimoniano del volto passato di Bagnatica. L’architettura di maggior spicco è però rappresentata dalla monumentale Parrocchiale di San Giovanni Evangelista, che gravita sulla piazza principale con il suo prospetto settecentesco; l’elegante portale, realizzato in marmo di Zandobbio, introduce in un ambiente ornato da pregevoli opere dipinte e da un organo a canne Serassi del 1738, uno degli esemplari più antichi della provincia.
San Pietro, fondata nel 1014, campeggia ai margini dell’abitato di Bagnatica con il suo massiccio campanile. L’asimmetria della facciata ci parla delle modifiche intervenute nei secoli a trasformare l’originario assetto della chiesa, senza tuttavia alterare la primitiva suggestione del luogo di culto; l’area absidale, di fatti, è rimasta pressoché intatta, così come immutate sono, se non per l’azione del tempo, le rare pitture ad affresco che decorano le pareti, alcune delle quali databili al XIII secolo.BOLGARE
In età medievale, Bolgare contava ben tre castelli, sebbene l’unica testimonianza pervenutaci del periodo sia la solida Torre guelfa, che svetta nella storica piazza del paese e da secoli assolve alla funzione di torre campanaria della Parrocchiale di San Pietro; la chiesa, originaria del 1594, ma più volte ampliata, presenta una facciata del 1904, opera di Gaetano Galliziali, e sulla volta preserva pregevoli affreschi settecenteschi di scuola veneta. Fra le belle dimore che arricchiscono l’abitato citiamo Palazzo Marenzi, elegante edificio di gusto neoclassico derivato da una residenza di campagna del XVII secolo e oggi sede del Municipio. Infine non dimentichiamo il cinquecentesco Santuario della Madonna dei Campi, sito ai margini dell’abitato.
Palazzo Berlendis a BOLGARE
Maestosa residenza padronale seicentesca, caratterizzata da un’interessante successione di sale nobili affrescate e locali di servizio; fra questi meritano una menzione di riguardo le scuderie, elegantemente tripartite da una doppia fila di colonne. Da notare anche il severo portale in stile rustico che un tempo regolava l’accesso alla corte centrale.
TELGATE
Nella piazza principale di Telgate si concentrano i monumenti simbolo delle istituzioni cittadine: la Arcipresbiteriale di San Giovanni Battista e il Municipio. Innalzata a partire dal 1730 su sapiente progetto di Giovan Battista Caniana, la chiesa presenta proporzioni grandiose che si accompagnano all’interno a una fastosa decorazione barocca culminante negli ariosi affreschi della cupola. Per far spazio al nuovo e imponente tempio sacro furono demoliti la vecchia chiesa parrocchiale e l’Oratorio dei Disciplini bianchi, dal quale proviene il veneratissimo Crocefisso tradizionalmente ritenuto miracoloso e oggi custodito nella prima cappella della chiesa. Non distante prospetta Villa Marenzi Bonetti, l’elegante sede comunale internamente ornata da affreschi ottocenteschi. A pochi minuti, sulla via per Palosco, si potrà raggiungere la chiesetta campestre di San Giuliano, sorta nel XIII secolo ma più volte rimaneggiata; l’arioso portichetto del prospetto introduce in un interno sobrio, ornato solo dalla serie di toccanti immagini votive raffiguranti la Madonna col Bambino, San Maurizio, Sant’Ambrogio e San Bernardino; l’anno di morte di quest’ultimo santo, fissato al 1444, fornisce il riferimento post quem per la datazione degli stessi affreschi.
Castello Marenzi a TELGATE
A partire dall’XI secolo per volere dei conti Gisalbertini l’abitato di Telgate fu dotato di un poderoso ed esteso castello, cinto da fossato e da massicce mura torrite. Alla fine del XIV secolo i conti Marenzi, succeduti ai Vavassori, rinforzarono le primitive fortificazioni e adibirono parte del castello a dimora signorile, ove tennero corte fino al 1440. Di queste antiche costruzioni oggi sopravvivono le rovine di piazza degli Alpini, la porzione del Mastio adibita a sede della biblioteca e alcune torrette distribuite nell’abitato, alla più alta delle quali, secondo consuetudine, è toccata la sorte di esser trasformata in campanile della chiesa parrocchiale.
CASTELLI CALEPIO
Il comune di Castelli Calepio, oltre alla frazione di Cividino, comprende alcune località di qualche interesse. Per prima incontriamo Tagliuno, dove si visitano la bella sede del Municipio, allestito nelle raffinate sale di Villa Marini, e la Parrocchiale di San Pietro; la chiesa, costruita fra Sette e Ottocento, serba al suo interno importanti testimonianze artistiche, fra cui la “Immacolata” di Francesco Capella, il pulpito ligneo del Caniana e la statua della “Madonna delle Vigne” di Giovanni Antonio Sanz: su tutto si impone la commovente immagine della “Madonna col Bambino” dipinta da Giovanni Battista Moroni. Procedendo oltre si giunge alle case di Castel de’ Conti, piccolo nucleo medievale che ha serbato pressoché immutato l’aspetto e le atmosfere delle epoche trascorse. In particolare, gli scorci più interessanti si scoprono lungo l’asse storico di via Conti Calepio, che conduce fino al Castello dipanandosi fra case-torri tre e quattrocentesche e alcuni edifici signorili. Prima di visitare l’antica fortezza non scordiamoci di accedere alla piazza della Pieve, sulla quale gravitano l’Arcipresbiteriale plebana di San Lorenzo, tipico esempio di stile gotico lombardo, e la Canonica cinquecentesca, a lato della quale si riconosce un rarissimo edificio altomedievale datato al X secolo. Via dei Conti Calepio sbocca infine all’altezza del Castello dei Conti, suggestivamente esposto sul livello del fiume; costruita a partire dal 1430, la struttura fortificata ingloba i ruderi di un castello più antico, forse duecentesco, del quale restano alcune torrette e parti delle mura. L’arioso porticato tardo quattrocentesco, che si apre nella corte interna, testimonia di come già sul finire del secolo il maniero avesse perso la sua originaria funzione difensiva a favore di un assetto signorile e residenziale.
San Giovanni Battista di CIVIDINO
Il silenzioso borgo, frazione di Castelli Calepio, è dominato dalla fabbrica della Parrocchiale di San Giovanni Battista, antichissimo esemplare d’architettura romanica edificato fra XI e XII secolo. Fra le possenti mura della chiesa si osservano notevoli affreschi di antica fattura.
LE CICLOVIE DELLA LOMBARDIA
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